Un mare di opportunità e possibilità

 

Sto scrivendo seduta in terrazzo, sotto un meraviglioso cielo stellato di fine agosto che troppo spesso non mi fermo ad ammirare.

Tra pochi giorni partirò per Vienna, dove inizierò l’università. È quindi un inizio “senza fine”, nel senso che non so quanto quest’avventura durerà. Certo, la triennale dura 6 semestri, ma se dovessi trovarmi bene, chi m’impedisce di rimanere lì di più? E IMG_20160827_140142se invece dovessi scoprire che non fa per me e dunque decidere di ritornare a casa a fine anno?

In queste ultime settimane a casa – ufficialmente, le ultime settimane della mia vita in cui vivrò stabilmente nella casa che mi ha vista crescere – mi sono sentita e mi sto ancora sentendo un po’ strana. Il sentimento più forte, ovviamente, è la voglia di partire, la felicità che questo cambiamento mi porta e anche l’emozione nel sapere che la mia vita cambierà completamente. Al tempo stesso, questa consapevolezza mi fa sentire anche un po’ spaurita e ansiosa. Per la prima volta nella mia vita sarò responsabile di me stessa al 100%. Iscrivermi all’università, trovare un appartamento, gestirmi la vita nel quotidiano: dovrò fare tutto io, senza potermi appoggiare sull’aiuto della mia famiglia o degli amici di una vita. Questo, ovviamente, mi spaventa, ma tutta quest’indipendenza è una cosa che aspetto da tantissimo e nell’ottenerla non sto più nella pelle.

È la seconda volta che parto e lascio la mia vita sicura in Valle d’Aosta. Due anni fa, quando partii per la Germania, ero spaventatissima, non sapevo cosa mi aspettava e avevo paura di non farcela. Invece, ho vissuto l’anno più bello della mia vita, durante il quale ho avuto, sì, anche brutte esperienze, ma sono proprio queste che mi hanno aiutato a crescere e mi hanno reso la persona che sono oggi.IMG_20160804_142850

Sapendo di avercela fatta, di essermela cavata a solo 16/17 anni in un paese nuovo, in una nuova città dove non conoscevo nessuno e dove a malapena capivo la lingua, non temo più il cambiamento. Anzi, so che sarà meraviglioso, anche se dovessi trovarmi male e avere problemi: qualsiasi cosa mi succederà, mi aiuterà nel mio percorso e mi renderà una persona nuova, permettendomi di scoprire nuovi aspetti di me stessa.

Ora, sono molto più tranquilla di due anni fa. In questa nuova vita, sarò io a dovermi gestire e non dovrò sottostare alle regole di nessuna famiglia ospitante o associazione. È vero anche, però, che la famiglia e l’organizzazione su cui mi appoggiavo mi tutelavano e sapevo che avrei avuto qualcuno a cui chiedere aiuto se ne avessi avuto bisogno. Insomma, non ero sola. Questa volta invece lo sono: sono davanti ad una nuova, grande sfida in IMG_20160619_161201cui sarò io a dovermi prendere cura di me stessa e a dovermi assumere tutta la responsabilità per le mie azioni.

Ciò che voglio trasmettere con questi miei pensieri è che sto affrontando una paura, mi sto mettendo in gioco, sapendo che potrei anche fallire. Ma è proprio questo a rendere ciò che mi aspetta così affascinante. Sono proprio curiosa di vedere che succederà in questa nuova fase della mia vita. La paura c’è ed è normale che ci sia, ma non bisogna permetterle di bloccarci: in questo mare di opportunità e possibilità, non c’è nulla che non possiamo fare. Bisogna solo lavorare sodo e crederci. Sono anni che aspetto questo momento e la consapevolezza di esserci quasi mi fa piangere dalla gioia.

Tenete duro e credete nei vostri sogni.

Worth visiting #1: Rifugio Vittorio Sella

Ecco il cartello del Rifugio con una prospettiva sulle montagne!

Ecco il cartello del Rifugio con una prospettiva sulle montagne!

Ciao a tutti,
Con questo primo post inauguro il mio nuovo progetto: “Worth visiting”, cioè “Che merita di essere visitato”. Sarà una serie di luoghi che visiterò personalmente e che abbiano un qualcosa di particolare per cui val la pena andare e vedere. Arricchirò il tutto con foto scattate da me, informazioni e impressioni personali. Come avevo annunciato nel mio ultimo articolo, andrò a trascorrere un anno in Germania come studente straniera (parto tra meno di una settimana!), quindi questo progetto continuerà -spero- anche quando mi troverò in terre tedesche. Mi sembra abbastanza chiaro. Non so quanto spesso posterò, ma cercherò di creare contenuti interessanti e di qualità.

Ora, passiamo al il posto di oggi. Domenica 17 agosto sono andata con mia mamma al Rifugio Vittorio Sella, che si trova nella Val di Cogne, in Valle d’Aosta. Si parte dalla frazione di Valnontey: si trova dunque, come tutto il paese di Cogne e le Valli vicine, nel parco Nazionale del Gran Paradiso, una speciale area protetta con flora e fauna allo stato naturale. Qua c’è il sito del rifugio, dove è bien spiegato come raggiungerlo: http://www.rifugiosella.com .
La passeggiata è abbastanza impegnativa: noi abbiamo impiegato 2h e 30 come sui cartelloni ad inizio sentiero, camminando in modo costante e senza pause, a velocità media. C’è da dire, però, che abbiamo tagliato dei bei pezzi per arrivare prima. È comunque un rifugio da fare se si è mediamente allenati: non deve sicuramente essere la prima esperienza in montagna; ciononostante, ho visto numerosi bambini. Quindi è più che fattibile, ma prendetevi i vostri tempi. Il percorso è tutto in salita: all’inizio si cammina in mezzo al bosco, poi passata una cascata inizia una parte molto pendente tra i sassi, con alberi sempre più radi, infine c’è un’ultima salita tra i prati (badate, però, che è molto ripida). Il panorama è quasi sempre molto aperto durante tutta la scarpinata, ottimo per scattare foto, mentre invece il rifugio si trova in una specie di vallata. Il Sella sorge a 2.588mt di altezza: son dunque oltre 900mt di dislivello da Valnontey (1.666 mt). Da lì, per i più appassionati, si può proseguire il cammino e giungere al Colle della Rossa (3.195 mt) e al Colle Lauson (3.896 mt).

È formato da tre edifici: il principale, che vedete, dove si trova il ristorante e una parte delle camere; un'altro, che s'intravede sulla sinistra, dove ci sono i bagni e le restanti camere; e l'ultimo, che viene coperto interamente in questa angolatura, dove c'è il bar.

Il rifugio è formato da tre edifici: il principale, che vedete, dove si trova il ristorante e una parte delle camere; un’altro, che s’intravede sulla sinistra, dove ci sono i bagni e le restanti camere; e l’ultimo, che viene coperto interamente in questa angolatura, dove c’è il bar.

Per la camminata consiglio di vestirsi a strati e pronti a qualsiasi clima: indossate cannottiera, t-shirt, maglia e felpa, meglio portare una giacca nelle giornate più uggiose o nei mesi più freddi; portatevi un paio di pantaloni (comodi! Assolutamente nulla di attillato o jeans) e uno di pantaloncini. Usate gli scarponcini, se gli avete anche i bastoncini da camminata. Insomma, attrezzatevi confortevoli e pratici, e se avete intenzione di fermarvi sui prati intorno al rifugio, è meglio avere un telo su cui sdraiarsi. Portatevi uno spuntino (frutta o qualsiasi cosa che vi dia un po’ di energia) da sgranocchiare durante la camminata. Io consiglio di salire in tempo per far pranzo (servito fino alle 15) o cena (servita dalle 19, meglio da prenotare) al rifugio, dove cucinano le più famose specialità valdostane in modo divino. Le porzioni sono molto grandi e il cibo valdostano non è celebre per essere leggero, ma se arrivate affamati dopo la lunga camminata finirete tutto. Noi abbiamo mangiato polenta alla valdostana (chiamata anche “concia”) e salsiccia con un sugo di pomodoro: una vera delizia, ma dopo ci sono voluti un pisolino al sole e una bella pausa per digerire ed essere pronte a ripartire. Se arrivate lontani da orario pasto e non avete nulla da mangiare, non disperate: c’è pure un bar che prepara panini e dolci tutta la giornata. Inoltre, lo dico perché non si prende nulla per scontato, è possibile dormire nel rifugio, ma consiglio di prenotare per non beccarsi brutte sorprese.
La discesa è decisamente più leggera, ma per chi è sensibile alle ginocchia o ai piedi deve fare attenzione.

A seguito alcune foto che ho scattato, spero siano di vostro gradimento e che rendano giustizia alla bellezza di questo magico luogo!

La magnifica vista dai prati intorno al Rifugio!

La magnifica vista dai prati intorno al Rifugio!

La fantastica vista appena s'inizia a scendere!

La fantastica vista appena s’inizia a scendere!

Siamo state fortunate: abbiamo trovato una splendida giornata che ci ha permesso di rimanere in cannotta e pantaloncini sotto il bellissimo sole di montagna!

Siamo state fortunate: abbiamo trovato una splendida giornata che ci ha permesso di rimanere in cannotta e pantaloncini sotto il bellissimo sole di montagna!

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Ecco una foto del nostro delizioso pasto da campionesse!

La camminata è attraversata da un lungo ruscello che parte dal rifugio e cade poi in una grande cascata che s'incontra ad un terzo del percorso.

La camminata è attraversata da un lungo ruscello che parte dal rifugio e cade poi in una grande cascata che s’incontra ad un terzo del percorso.

A circa metà percorso si passa attraverso un vecchio villaggio con case di pietra, probabilmente abbandonato. È interessante pensare che qualcuno potesse vivere qua, anche solo per i mesi estivi! Eppure, in Valle d'Aosta è pieno di stalle ad altissime altitudini in montagna!

A circa metà percorso si passa attraverso un vecchio villaggio con case di pietra, probabilmente abbandonato. È interessante pensare che qualcuno potesse vivere qua, anche solo per i mesi estivi! Eppure, in Valle d’Aosta è pieno di stalle ad altissime altitudini in montagna!

Cosa ne pensate? Lo trovate un bel posto il Rifugio Vittorio Sella? Andreste a visitarlo?
Fatemi sapere i vostri pensieri, le vostre riflessioni sulla montagna e soprattutto se vi sembra una bella iniziativa questa del “Worth visiting Project”!

Alla prossima,

Sara

Lettera aperta della Pussy Riot Nadja dai nuovi gulag di Putin

Questa settimana non vi ho scritto un articolo, bensì vi invito a leggere la seguente letterale. La Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova racconta la sua esperienza in un gulag in Mordova, Russia.

Al prossimo lunedì!

~ Sara

Sinistra Anticapitalista

Pubblichiamo la lettera aperta di Nadezhda Tolokonnikova – una delle componenti delle Pussy Riot, il gruppo femminista, il cui intervento in una chiesa ortodossa contro la campagna di Putin si è «concluso» con una pesantissima condanna al campo nel 2012. Un’ampia solidarietà con lei – che ha iniziato uno sciopero della fame – deve diventare un elemento di sostegno ad una militante determinata di fronte al potere autocratico di Putin. Lei si iscrive nella tradizione più degna di coloro che resistevano nei campi staliniani. Non lotta per sé stessa, lotta per tutte e tutti coloro che subiscono condizioni d’incarcerazione assolutamente disumane e prigionie che risultavano da un arbitrario proprio degli ex funzionari del KGB, così come ai tempi del gulag. Nadezhda ha ripreso lo sciopero della fame lo scorso 18 ottobre, quando è tornata in carcere, trasferita in un’altra colonia penale, dopo il  ricovero ospedaliero che ha subito dopo la…

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Giornali di gossip, e se ne facessimo a meno?

La scorsa settimana ho avuto la fortuna di andare a Londra e, da vera finta londinese, ho preso uno di quei giornali gratis che ci sono nella frenetica underground. Mi ha sorpreso il Daily Mirror del 31 ottobre, sul quale grande in prima pagina, indovinate cosa c’era? “Affair was biggest mistake of my life”, un articolo su un presentatore inglese, Paul Hollywood, che si pentiva di aver tradito sua moglie. Eccolo:
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Ma io dico, ai londinesi, sempre di fretta, che se ti metti sulla parte sbagliata delle scale mobili della loro amata tube s’incazzano, ma cosa gliene frega dei rimpianti di ‘sto Paul?
Che poi io parlo, ma magari a loro frega davvero. Sicuramente a qualcuno di loro sì, se no non starebbe in prima pagina.

Ah, ma qua in Italia siamo allo stesso livello. Pieno zeppo di giornali di gossip, a parlare della ex vincitrice del Grande Fratello o di quello sull’Isola dei famosi, che non so nemmeno più se trasmettono, e la gente a spendere soldi, a comprare e a sognare la vita delle cosidette star.

Ma io dico, ci deve fare proprio schifo la nostra vita, se dobbiamo interessarci tanto a quella degli altri. E addirittura a discuterne con le altre persone, a dire ‘madonna hai visto che scandalo’ oppure ‘ciccio e ciccia si sono fidanzati e lei è incinta!’. Se spendissimo tutto quel tempo a riflettere, ad affinare un nostro talento, a cercare di migliorarci.. Oh, quanto sarebbe migliore la nostra società!
E tutti quei soldi! Basta mantenere questi giornaletti inutili. Se siete al supermercato e quei 2 euro proprio vi bruciano in tasca, andate a comprare qualcosa da mangiare e datelo al primo mendicante che vedete, portate le caramelle in classe o al lavoro, almeno saprete di averli spesi in qualcosa di utile e il vostro karma ringrazierà.
E invece no, siamo morbosamente interessati alla vita di queste persone, le consideriamo “migliori” di noi, più “fortunate”. E chi ve lo dice che siano felici? E anche se lo fossero, non c’è bisogno di essere famosi per essere felici! Sono normalissimi individui che, grazie al karma o alla fatalità, sono finiti sotto le luci dello spettacolo. Ma siamo noi che alimentiamo queste luci!
Gli italiani si lamentano che i calciatori siano strapagati e poi sono (scusate se mi dissocio, ma questo non l’ho mai fatto e mai lo farò) i primi a comprare il giornale che parla dello sportivo con la nuova fidanzata velina.

Comprassimo un giornale di scienza o di viaggi, come sarebbe più interessante parlare con la gente.

Ma insomma, questo è solo un mio sfogo. Io da sola non posso certo cambiare nulla, ma intanto cambio me stessa e vi incito a una riflessione. Il cambiamento parte sempre dal singolo individuo. Non reggo le persone che parlano come se non ci fosse niente da fare per cambiare questa società malata: inizia cambiando te stesso! Inizia smettendola di lamentarti, uscendo in piazza, cercando di aprire la mente alla gente chiusa nel suo mondo e cercando di cambiare le cose.
Perciò, io vi propongo di cambiare le cose. Iniziando smettendo di comprare questi giornali insulsi. Smettiamola di essere dipendenti da questo gossip e iniziamo a coltivare noi stessi. Iniziamo da noi stessi, ricordate che il mare è formato da tante gocce.

~ Sara

Europa Park und Freunde [Part 2]

Sono leggermente in ritardo, ma non credo che faccia molta differenza.

Allora, io spero v’interessi quello che ho fatto in Germania, ma anche se non fosse, potete semplicemente non leggere.

Martedì 27 ci siamo alzati di buona mattina e siamo scesi a fare colazione. Io ho mangiato latte e cereali, ma c’erano cose tipo prosciutto, cetrioli e salame.. Non so come si possano mangiare certe cose di prima mattina.
Ah, non vi avevo detto. Nel parco, e pure in hotel, era pieno di arabi, probabilmente sauditi o comunque di quelle zone, tipo Qatar o Emirati Arabi. Non lo so dico per essere razzista, è solo un dato di fatto. Sinceramente è anche meglio se vengono in qua, aiutano l’economia: senza di loro il parco sarebbe stato mezzo vuoto. Certo non è piacevole vedere le donne completamente avvolte nel burqa, bisognerebbe almeno vedere il viso, anche per capire chi hai davanti.. Ho notato che sono mooolto mooolto ricchi. Lo sapevo già, quelle zone funzionano benissimo, ma vederlo dal vivo è diverso. È un po’ inverosimile, vedi queste donne coperte in abiti neri, che ti sembra quasi di essere tornati nel passato, con iPhone 5, Galaxy S4, reflex di ogni genere; piene di sacchetti di souvenir: questi stanno a comprarsi il parco intero haha! Un’altra cosa che ho notato è che, nonostante l’abbigliamento che la cultura impone, molte cercano di renderlo più “alla moda”: burqa tutti colorati, ricoperti di perline e robe varie. Inoltre, si truccano molto, anche quelle vestite di nero. Una cosa un po’ spiazzante, è che laddove le donne sono tradizionaliste, gli uomini si vestono da bravi turisti: cappellino, bermuda, ciabatte e polo. Vedevi tutte queste famiglie raggruppate intorno ai ristoranti e bar: sono parecchio rotondetti, con quello che mangiano, ci credo!
Siamo entrati al parco all’apertura. Io avevo portato la macchina fotografica e quindi ho fatto qualche foto. La mia preferita è quella con il Topo dell’Europa Park (un po’ come Prezzemolo di Gardaland). C’erano solo bambini a far le foto, ma io ho obbligato la mia amica a venire con me! Ho addirittura abbracciato il Topolino haha! Dopo vi metterò la foto.
Abbiamo fatto un giro e siamo entrati nel “Märchenwald”, che, per capirci, era Foresta Incantata Grimm. C’erano le case dei vari personaggi delle favole, alcune in cui si poteva entrare. Ho particolarmente apprezzato quella di Hänsel und Gretel e di Rötkappchen (Cappuccetto rosso), dove c’era il lupo che dormiva dopo aver mangiato Cappuccetto! Purtroppo la foto è venuta sfocata, come maggior parte delle foto, perché avevo impostato male la macchina fotografica! È stato particolarmente emozionante vedere il ‘Märchenwald’ perché, oltre a ricordarmi la mia infanzia, a scuola quest’anno avevamo studiato le fiabe Grimm, proprio nell’ora di tedesco, essendo loro scrittori tedeschi. Abbiamo anche fatto dei teatrini, sempre a scuola, in cui dovevamo rappresentare la storia con costumi e battute!
Per svegliarci bene (c’era un’arietta fredda) abbiamo fatto “La sedia volante di Vienna”. Praticamente quella roba dove ti siedi, sale in alto e gira per circa 1 minuto. A me, nonostante non avessi ancora digerito la colazione, mi ha dato una botta di vita!
Dopo di ché, abbiamo deciso di fare i tronchi, dove non c’era quasi coda. Per non bagnarci, ci siamo messi le mantelline haha eravamo bellissimi!
Poi abbiamo fatto un giro del parco, ho fatto circa 30 minuti di coda per stare in prima fila sul Mercedes e ci siamo dati di nuovo al Blue Fire e al Wodan, per i quali c’era più coda del giorno precedente. Questa volta il Wodan l’ho fatto in prima fila e, sebbene io abbia aspettato un filo di più, ne è valsa davvero la pena.
Abbiamo fatto tutto quello che non eravamo riusciti a fare il giorno precedente, più quelle che ci erano piaciute di più il giorno prima. A pranzo abbiamo mangiato degli Hot Dog squisiti in Islanda, dove mi sono innamorata del cameriere (non era proprio un cameriere, dato che era uno stand tipo fast food, dove prendi il cibo e ti vai a sedere dove riesci, ma non so come definirlo). Poi, siamo andati a prendere una crepe in Olanda, che era dal giorno prima che ne desideravo una.
Dopo, siamo andati a vedere lo spettacolo di pattinaggio, per rilassarci un po’. Erano molto bravi, e nel mezzo c’è stato un uomo che faceva la verticale e altre acrobazie del genere, su un tavolo, appoggiandosi a dei bicchieri o cose del genere. Era fenomenale.
Siamo andate sulla Ruota Panoramica per fare un po’ di foto dall’alto, ed è stata una bella idea, perché così ho potuto vedere il parco da sopra.
Poi abbiamo deciso di fare di nuovo quelle che più c’erano piaciute, e cioè: il Mercedes, il Wodan e il Blue Fire. Abbiamo deciso di metterci in ultima fila nel Mercedes, per vedere se c’era differenza, e abbiamo fatto bene! A differenza della prima fila, in ultima non vedi dove stai andando, e quindi le discese di colgono di sorpresa! È stato così emozionante che, una volta usciti, ci siamo subito rimessi in coda per rifarlo.
Io volevo comprare una delle foto che ti fanno mentre stai girando, e quindi ogni volta che facevamo un giro cercavamo di fare delle facce accettabili, ma qualcuno veniva sempre con gli occhi chiusi o cose del genere. Alla fine, però, nel Wodan ce l’abbiamo fatta. A me la foto piace proprio tanto, ma mi hanno proibito di metterla di facebook, quindi non la metterò nemmeno qua per rispetto. Diciamo che, anche se ai miei occhi sembriamo tutti bellissimi, siamo tutti molto brutti hahaha.
Verso le 7, dovevamo già andare: il padre della mia amica doveva guidare fino qui, e non voleva partire troppo tardi. Quindi potevamo fare solo una giostra. Ci sarebbe piaciuto rifare il Mercedes, ma c’era una fila che non finiva più, chissà per quale motivo, dato che il parco si stava svuotando.. Perciò abbiamo fatto l’Eurosat, la nostra prima giostra, e ci siamo divertiti ugualmente.
Io non avevo fame (dopo l’infognata che mi ero presa dopo pranzo..), e quindi non ho mangiato. Siamo partiti e mi è venuta fame, e per fortuna che avevamo ancora delle cose che aveva fatto la mamma di Carlotta prima di partire! Ho mangiato nel pulmino\macchina, ho parlato un sacco con Carlotta, abbiamo ascoltato musica e infine mi sono addormentata. Arrivati ad Aosta, mi sono lavata la faccia e sono crollata a letto.

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La bella addormentata nel Bosco

La bella addormentata nel Bosco

Noi nel balcone della bella addormentata

Noi nel balcone della bella addormentata

La casa di marzapane di Hänsel und Gretel

La casa di marzapane di Hänsel und Gretel

 

Cappuccetto Rosso

Cappuccetto Rosso

Raperonzolo che cala la treccia

Raperonzolo che cala la treccia

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Sui tronchi con le mantelline haha

Sui tronchi con le mantelline haha

 

È stata una bellissima esperienza. Non solo sono potuta andare nel, probabilmente, più bel parco divertimenti d’Europa, ma pure in Germania, dove già volevo andarci da inizio estate. Mi sono divertita, ho mangiato, ho riso ed  è stata la vacanza che ti dà la forza di iniziare di nuovo la scuola e tutto il resto. Sono felice di esserci andata e non ringrazierò mai abbastanza la famiglia di Carlotta per averci portato!

Sara