Worth visiting #1: Rifugio Vittorio Sella

Ecco il cartello del Rifugio con una prospettiva sulle montagne!

Ecco il cartello del Rifugio con una prospettiva sulle montagne!

Ciao a tutti,
Con questo primo post inauguro il mio nuovo progetto: “Worth visiting”, cioè “Che merita di essere visitato”. Sarà una serie di luoghi che visiterò personalmente e che abbiano un qualcosa di particolare per cui val la pena andare e vedere. Arricchirò il tutto con foto scattate da me, informazioni e impressioni personali. Come avevo annunciato nel mio ultimo articolo, andrò a trascorrere un anno in Germania come studente straniera (parto tra meno di una settimana!), quindi questo progetto continuerà -spero- anche quando mi troverò in terre tedesche. Mi sembra abbastanza chiaro. Non so quanto spesso posterò, ma cercherò di creare contenuti interessanti e di qualità.

Ora, passiamo al il posto di oggi. Domenica 17 agosto sono andata con mia mamma al Rifugio Vittorio Sella, che si trova nella Val di Cogne, in Valle d’Aosta. Si parte dalla frazione di Valnontey: si trova dunque, come tutto il paese di Cogne e le Valli vicine, nel parco Nazionale del Gran Paradiso, una speciale area protetta con flora e fauna allo stato naturale. Qua c’è il sito del rifugio, dove è bien spiegato come raggiungerlo: http://www.rifugiosella.com .
La passeggiata è abbastanza impegnativa: noi abbiamo impiegato 2h e 30 come sui cartelloni ad inizio sentiero, camminando in modo costante e senza pause, a velocità media. C’è da dire, però, che abbiamo tagliato dei bei pezzi per arrivare prima. È comunque un rifugio da fare se si è mediamente allenati: non deve sicuramente essere la prima esperienza in montagna; ciononostante, ho visto numerosi bambini. Quindi è più che fattibile, ma prendetevi i vostri tempi. Il percorso è tutto in salita: all’inizio si cammina in mezzo al bosco, poi passata una cascata inizia una parte molto pendente tra i sassi, con alberi sempre più radi, infine c’è un’ultima salita tra i prati (badate, però, che è molto ripida). Il panorama è quasi sempre molto aperto durante tutta la scarpinata, ottimo per scattare foto, mentre invece il rifugio si trova in una specie di vallata. Il Sella sorge a 2.588mt di altezza: son dunque oltre 900mt di dislivello da Valnontey (1.666 mt). Da lì, per i più appassionati, si può proseguire il cammino e giungere al Colle della Rossa (3.195 mt) e al Colle Lauson (3.896 mt).

È formato da tre edifici: il principale, che vedete, dove si trova il ristorante e una parte delle camere; un'altro, che s'intravede sulla sinistra, dove ci sono i bagni e le restanti camere; e l'ultimo, che viene coperto interamente in questa angolatura, dove c'è il bar.

Il rifugio è formato da tre edifici: il principale, che vedete, dove si trova il ristorante e una parte delle camere; un’altro, che s’intravede sulla sinistra, dove ci sono i bagni e le restanti camere; e l’ultimo, che viene coperto interamente in questa angolatura, dove c’è il bar.

Per la camminata consiglio di vestirsi a strati e pronti a qualsiasi clima: indossate cannottiera, t-shirt, maglia e felpa, meglio portare una giacca nelle giornate più uggiose o nei mesi più freddi; portatevi un paio di pantaloni (comodi! Assolutamente nulla di attillato o jeans) e uno di pantaloncini. Usate gli scarponcini, se gli avete anche i bastoncini da camminata. Insomma, attrezzatevi confortevoli e pratici, e se avete intenzione di fermarvi sui prati intorno al rifugio, è meglio avere un telo su cui sdraiarsi. Portatevi uno spuntino (frutta o qualsiasi cosa che vi dia un po’ di energia) da sgranocchiare durante la camminata. Io consiglio di salire in tempo per far pranzo (servito fino alle 15) o cena (servita dalle 19, meglio da prenotare) al rifugio, dove cucinano le più famose specialità valdostane in modo divino. Le porzioni sono molto grandi e il cibo valdostano non è celebre per essere leggero, ma se arrivate affamati dopo la lunga camminata finirete tutto. Noi abbiamo mangiato polenta alla valdostana (chiamata anche “concia”) e salsiccia con un sugo di pomodoro: una vera delizia, ma dopo ci sono voluti un pisolino al sole e una bella pausa per digerire ed essere pronte a ripartire. Se arrivate lontani da orario pasto e non avete nulla da mangiare, non disperate: c’è pure un bar che prepara panini e dolci tutta la giornata. Inoltre, lo dico perché non si prende nulla per scontato, è possibile dormire nel rifugio, ma consiglio di prenotare per non beccarsi brutte sorprese.
La discesa è decisamente più leggera, ma per chi è sensibile alle ginocchia o ai piedi deve fare attenzione.

A seguito alcune foto che ho scattato, spero siano di vostro gradimento e che rendano giustizia alla bellezza di questo magico luogo!

La magnifica vista dai prati intorno al Rifugio!

La magnifica vista dai prati intorno al Rifugio!

La fantastica vista appena s'inizia a scendere!

La fantastica vista appena s’inizia a scendere!

Siamo state fortunate: abbiamo trovato una splendida giornata che ci ha permesso di rimanere in cannotta e pantaloncini sotto il bellissimo sole di montagna!

Siamo state fortunate: abbiamo trovato una splendida giornata che ci ha permesso di rimanere in cannotta e pantaloncini sotto il bellissimo sole di montagna!

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Ecco una foto del nostro delizioso pasto da campionesse!

La camminata è attraversata da un lungo ruscello che parte dal rifugio e cade poi in una grande cascata che s'incontra ad un terzo del percorso.

La camminata è attraversata da un lungo ruscello che parte dal rifugio e cade poi in una grande cascata che s’incontra ad un terzo del percorso.

A circa metà percorso si passa attraverso un vecchio villaggio con case di pietra, probabilmente abbandonato. È interessante pensare che qualcuno potesse vivere qua, anche solo per i mesi estivi! Eppure, in Valle d'Aosta è pieno di stalle ad altissime altitudini in montagna!

A circa metà percorso si passa attraverso un vecchio villaggio con case di pietra, probabilmente abbandonato. È interessante pensare che qualcuno potesse vivere qua, anche solo per i mesi estivi! Eppure, in Valle d’Aosta è pieno di stalle ad altissime altitudini in montagna!

Cosa ne pensate? Lo trovate un bel posto il Rifugio Vittorio Sella? Andreste a visitarlo?
Fatemi sapere i vostri pensieri, le vostre riflessioni sulla montagna e soprattutto se vi sembra una bella iniziativa questa del “Worth visiting Project”!

Alla prossima,

Sara

Come ti definisci?

Lizzie Velasquez soffre di una rara sindrome che le impedisce di prendere peso e di vedere da entrambi gli occhi.

Nonostante le ovvie difficoltà durante la sua vita, è riuscita, come mostrato attraverso questo video, a superare i limiti imposti dalla società ed ha imparato a definirsi e giudicarsi da sola, senza considerare ciò che pensano e dicono gli altri. Vi prego, prendetevi 10 minuti e guardatevi questo video: è pure sottotitolato in italiano, così da non essere solo precluso ai bilingui.

Fatemi sapere i vostri pensieri al riguardo, ci vediamo nei commenti per eventuali confronti! Mi farebbe molto piacere.

Ora lascio spazio alle parole di Lizzie, che sapranno riempire tutto ciò che io non ho detto per l’articolo di questa settimana.

Al prossimo lunedì!

~ Sara

Per coloro che si preoccupano ad oltranza sui festeggiamenti per l’anno nuovo..

(e siete tantissimi, lo so),

vi dico:

Non importa come lo si festeggia, bensì come lo si vive. 

Ricordatevi che la vita si può cambiare ogni giorno e che non è l’inizio dell’anno nuovo a fare il cambiamento. Non fissatevi sulle date, bensì ricordatevi di godere di ogni attimo, non importa cosa appaia sul calendario.

Con questo breve intervento – non voglio dilungarmi – , vi auguro un Buon 2014, che possa portarci tante rivoluzioni interiori!

Al primo lunedì del 2014!

~ Sara

Permesso per diventare genitori.

Spesso mi fermo a pensare che certe persone non dovrebbero avere il permesso di diventare genitori. Alcolizzati, violenti, drogati e chi più ne ha più ne metta, non dovrebbero fare figli, poiché non possono garantire loro un ambiente sano e sereno. Perché portare al mondo un’anima per farla soffrire? Perché rovinare l’infanzia a un bambino innocente? Un padre che picchia i suoi figli non dovrebbe essere padre, non ne è degno, non se lo merita. Le persone che non sanno amare i propri figli non dovrebbero averceli.
Ma come fare a impedire alle persone sbagliate di essere genitori? È la cosa più naturale di questo mondo! E poi, non si può togliere una libertà del genere alle persone, perché sarebbe una società soffocata. Eppure sono sicura che sarebbe un mondo migliore, alla fine parliamo di non permettere a persone che in realtà un figlio non vogliono, di fare figli: se tu picchi, tratti male tuo figli o lo trascuri, significa non lo vuoi. I bambini semplicemente non capiterebbero, ma sarebbero cercati, con solo genitori che vogliono avere un bimbo, e non che si sono trovati nella situazione e se lo sono tenuto. L’unica cosa che un genitore dovrebbe essere assolutamente capace di fare, è di dare amore ai propri figli. Il resto verrebbe da sé.

Ci dovrebbero essere delle leggi, o qualcosa del genere, dei test, dei corsi di formazione, qualsiasi cosa, purché i bambini non nascessero più in certe situazioni famigliari assurde, dove vengono abbandonati a sé stessi, rimangono traumatizzati e crescono male. Ovvio, dove si può viene fatto, quanti bambini vengono allontanati dai genitori violenti, ma io non intendo solo quello. Voglio dire che un bambino non merita di avere dei simili traumi, che dovrebbe vivere tranquillo, e che comunque molte situazioni difficili rimangono tra le mura di casa.

Bisognerebbe pensare un po’ di più, capire che un bambino non è un giocattolo né una maledizione, ma una piccola anima venuta su questo mondo ad imparare e che bisogna rispettarla. Entrambi i genitori dovrebbero essere persone amorevoli e affettuose, nessun bambino merita di avere traumi e tristezze. Se si ponderasse un po’ di più sulle proprie azioni, non avremmo bisogno proprio di nessuna restrizione, nessun giudice universale che dice “Tu puoi far figli”, perché tanto non c’è.

Si stima che ogni anno, circa 275 milioni di bambini assistano in tutto il mondo a violenze domestiche.

Tout le monde sait comment on fait les bébés
Mais personne sait comment on fait des papas
Tutti sanno come si fanno i bambini, nessuno sa come si fanno dei papà.

– Papaoutai, Stromae

Fatemi sapere cosa ne pensate dell’articolo di questa settimana. Siete d’accordo? Qual è il vostro pensiero a riguardo? Sono ansiosa di conoscere qualche vostra opinione e\o esperienza.

Al prossimo lunedì!

Sara

Epicureismo

« Non si è mai troppo vecchi o troppo giovani per essere felici.
Uomo o donna, ricco o povero, ognuno può essere felice. »

L’epicureismo è un movimento nato dalla filosofia di Epicuro, un filosofo greco del III secolo a.C., ripreso poi nel Rinascimento da celebri poeti e scrittori come Montaigne o Rabelais. A cercarne di materiale e definizioni, sull’epicureismo, ne trovate a valanghe. Motivo per cui, oggi, vi parlerò di come lo interpreto e vedo io l’epicureismo, épicurisme in francese, e della ragione per cui è il nuovo titolo del blog.

Da quando ho scoperto questa filosofia, cerco di essere epicurea il più spesso possibile, perché mi fa sentire bene. Gli epicurei dicono che bisogna godere della vita, sempre. Sto facendo qualcosa che non mi piace e lo faccio controvoglia e di cattivo umore? E io ci trovo un qualcosa di positivo che mi renda felice. Se studio, perché non godere del fatto che sto imparando, diventerò una persona sapiente e sarà interessante parlare con me? Devo pulire? Ebbene, godrò del fatto che, più tardi, la mia casa sarà ordinata e pulita.

« Il saggio, così come non cerca i cibi più abbondanti, ma i migliori, così non cerca il tempo più lungo, ma cerca di godere del tempo che ha. »

Personalmente, trovo ciò splendido! Gioire di tutto, sempre. Vivere qui ed ora, gustarsi ogni attimo, carpe diem. Può sconvolgere e migliorare immensamente la vita. Invece che stare a piangersi addosso, a lamentarsi, a fare le cose male e controvoglia, si può iniziare a trovare un lato positivo e ad esserne felici. Perché devo vivere male? Certo, ho degli obblighi, magari non posso sempre fare quello che voglio, ma io sono felice lo stesso. Perché la vita mi permette di esserlo, e perché non esserlo? Sono qui, e allora perché non vivere bene? Ho qualcosa di meglio da fare, che godermi la vita?

« Il più temibile dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte non ci siamo più noi.
Quindi il capir bene che la morte è niente per noi rende felice la vita mortale. »

E ora capite perché questa mia scelta. La trovo una filosofia bellissima, se applicata con riflessione. Nel senso, senza tristezza non esiste la felicità, ma si può provare ad accettare la tristezza, a goderne nel sapere che è necessaria e a ringraziare di avere la felicità!

Per esperienza sappiamo infatti che a volte il bene è per noi un male ed al contrario il male è un bene.

L’ho scritto in francese, semplicemente perché studio questa lingua da 13 anni ed è molto dolce e musicale. Mi piace da morire, e quindi la trovo adattissima per il mio blog. 

A voi piace il nuovo titolo? Cosa ne pensate dell’epicureismo? Condividete o siete in disaccordo? Fatemelo sapere nei commenti!

A lunedì prossimo!

~ Sara